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28 03 2014 | Rimini | Infiltrazioni mafiose, ieri il consiglio comunale aperto

Venerdì, 28 Marzo 2014

rossoRimini | Infiltrazioni mafiose, ieri il consiglio comunale aperto

 

Approvato all’unanimità l’ordine del giorno sulla “Promozione della cultura della legalità e azioni di contrasto alla criminalità organizzata” al centro del consiglio comunale aperto di ieri sera (su proposta del gruppo Sel-FareComune).

 
Ad aprire i lavori è stato l'assessore ai rapporti con il territorio Nadia Rossi, che ha passato il testimone al prefetto di Rimini Claudio Palomba per il quadro degli interventi messi in campo per contrastare la criminalità e promuovere la legalità, "due aspetti - ha detto - che non vanno mai slegati”. “Oggi non possiamo negare che ci sia una presenza sempre più insinuante delle associazioni criminali. Siamo preoccupati, ma consapevoli che continuando a lavorare i problemi potranno essere se non eliminati, perlomeno superati. È un lavoro che va fatto congiuntamente, con la collaborazione di tutti, non possono farlo solo le istituzioni".
Su crisi morale e gli strumenti a disposizione delle istituzione si è soffermato il presidente della Provincia Stefano Vitali, mentre il procuratore della Repubblica Paolo Giovagnoli ha evidenziato come “il rischio maggiore che occorre evitare è la corruzione dei funzionari pubblici. Nel nostro territorio non ci sono sentori di questo fenomeno, che invece è presente in altre regioni vicine”. L'invito della procura riminese è quindi quello di una maggiore collaborazione per inasprire la lotta alla corruzione e all'evasione fiscale.


Dalle associazioni di categoria arriva la richiesta di aiuto alle istituzioni e l'impegno in una maggiore collaborazione. Il direttore della Camera di commercio Maurizio Temeroli ha individuato tre ambiti di lavoro per il consiglio comunale: "la trasparenza amministrativa, il controllo del mercato e la tutela dei consumatori e infine l'agevolazione dell'accesso al credito". La presidente dell'Aia Patrizia Rinaldis ha sottolineato la necessità di mettere in rete e condividere le informazioni, così come Bruno Piccioni (Ordine dei commercialisti) e Rosa Menale (Consiglio notarile Rimini e Forlì).

 
A nome delle associazioni impegnate nella sensibilizzazione contro la criminalità organizzata ha parlato Davide Vittori del Gruppo antimafia Pio La Torre, presentando il documentario “Romagna Nostra” e alcune proposte concrete di lavoro. “Noi associazioni non vogliamo solo fare testimonianza, vogliamo fare politica, vogliamo modificare la percezione che i cittadini hanno della criminalità organizzata”.


A chiudere l'incontro è stato il sostituto procuratore di Palermo, Daniele Paci. “La politica locale può fare molto per contrastare la mafia perché la lotta alla criminalità organizzata non come una battaglia settoriale, ma trasversale. Bisogna trovare i canali di informazione da mettere a disposizione non solo delle forze dell’ordine, ma anche dei singoli operatori economici e di chi fa prevenzione. Non esiste il colpo del ko alla mafia – ha proseguito – ma la società civile può contribuire a indebolirla. I soggetti mafiosi, così come sono venuti nel nostro territorio, se ne possono anche andare”.


Nei saluti finali il sindaco Andrea Gnassi ha spiegato l’impegno del Comune su due fronti delicati, quali quello degli appalti (“facciamo controlli molto approfonditi, oltre a quanto previsto dalla Legge, pubblicizziamo al massimo le gare e utilizziamo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”) e del gioco d’azzardo (dalla proposta condivisa con i sindaci dell’Emilia Romagna per alzare il prelievo fiscale sul gioco d’azzardo, alla variante per la localizzazione delle sale scommesse). “Credo – ha concluso - che non dobbiamo uscire da questo consiglio comunale distinguendoci tra chi grida più forte sulla presenza di realtà mafiose nel nostro territorio. Vorrei dirla così: la mafia a Rimini esiste, ed è una presenza disturbante e pericolosa, ma esiste anche Rimini. Esiste un tessuto civile che ha tutte le risorse per rimettersi in moto e fare da argine. E allora mi piace pensare che la competizione debba essere non tra chi urla più forte, ma tra chi lavora più forte”.


A margine il consigliere comunale da cui è partito l'input per il consiglio, Fabio Pazzaglia, ringrazia e segnala alcune proposte concrete di lavoro. "La mafia lavora da molto tempo in Riviera ed è sempre più dura da combattere. Ristorazione, alberghi, night, bische, gioco d'azzardo, finanziarie, abbigliamento, supermercati, edilizia, sono i settori più esposti alle infiltrazioni mafiose e anche quelli dove si verificano diversi turn over nella titolarità delle aziende. Sono più di 10 hotel sospettati di essere controllati dalla malavita organizzata (monitoraggio Prefettura). Noi pensiamo che le istituzioni debbano difendere coi denti la nostra economia a partire dalle piccole imprese, da quelle pensioni a conduzione familiare che oggi si trovano a competere con hotel a 3 o 4 stelle che applicano i loro stessi prezzi rischiando di farli chiudere perché aggrediti da una concorrenza sleale", spiega Pazzaglia.


Le proposte per sostenere le piccole attività economiche vanno dal contrasto alla "guerra dei prezzi che impoverisce i gestori dei piccoli alberghi", sgominando "la concorrenza sleale di imprenditori “atipici” tramite forme di controllo", a quello dell'aumento dei locali con macchine da gioco.  Per sostenere la cultura della legalità, Pazzaglia propone "di istituire il corso di "Storia della criminalità organizzata" e di affidarlo al dottor Enzo Ciconte", "l'adesione del Comune di Rimini alla “Carta di Pisa”", desecretare i documenti della Commissione di indagine sui rapporti tra Istituzioni e malaffare nella Rimini dei primi anni '80, commissione istituita dal consiglio comunale nel 1984.

 

 

La parlamentare 5Stelle Giulia Sarti continua a sostenere, infine, che lei a differenza degli altri parlamentari locali ieri sera sarebbe dovuta essere stata invitata ad intervenire (in quando membro della Commissione parlamentare antimafia), sostenendo di essere stata discriminata per via della sua appartenenza politica. "So bene che qualcuno avrà temuto che mi mettessi a parlare di Francantonio Genovese o delle infiltrazioni mafiose all'Expò 2015, ma la mia intenzione era diversa", spiega Sarti. "Avrei voluto dare il mio contributo parlando delle proposte nate dalla Commissione di Inchiesta Antimafia a cui sono onorata di appartenere", aggiunge citando documenti di carattere nazionale sul fenomeno che ieri in consiglio si è tentato di focalizzare nelle sue peculiarità locali.


Da uditrice, Sarti ha "ho trovato che le idee della “circolarità delle informazioni” e cultura della legalità siano le vie maestre per combattere la battaglia contro le mafie, ma trovo anche che una realtà locale, con tutte le sue peculiarità, non possa esimersi dal confrontarsi con quello che succede su tutto il territorio, come sia, nel contempo, suo diritto pretendere di essere assistita nella sua lotta da un Sistema Paese. Ho apprezzato anche l'esposizione delle 5 proposte del GAP, mi sarebbe piaciuto aggiungere che attualmente bisogna prestare attenzione al settore Terziario e soprattutto nella gestione dei Servizi".

 


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